Lo scrittore scrive anche quando ascolta.
Tutti noi abbiamo in mente il suono caratteristico prodotto dalle gomme della macchina quando passiamo sopra quelle strisce rilevate prossime ai caselli autostradali e definite ‘bande rumorose’. Bene, lo scrittore sente quel rumore, come tutti, ma a differenza degli altri trascorre i successivi dieci minuti a cercare di dare un nome, il più preciso possibile, a quel rumore. Rimbombo ripetuto? No, no. Rapida gragnuola di rombi ottusi? No, nemmeno. E poi, che cosa privilegiare? Il tipo di suono o la sua rapida ripetizione? La testa comincia a lavorare, a scegliere, a eliminare.
Così, capita che chi scrive non riesca più a rispondere a chi gli parla, appare distratto, lontano, scostante. Ma non può scusarsi dicendo che sta scrivendo. Come sempre, sarà il silenzio a riportare ordine nelle cose.
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