martedì 31 marzo 2009

senza parole


Il racconto è tutto nell'immagine...

testa vuota


Ci sono giorni in cui (specie dopo aver licenziato un nuovo libro) ho la percezione netta di quanto sia vuota la mia testa. Cammino e non osservo, leggo e non registro, non scatta un pensiero, non guizza una associazione mentale. Mi chiedo addirittura come abbia potuto scrivere, in precedenza...
E però, non so bene come, ma ho la sensazione che il periodo della testa vuota sia il più fecondo, per lo scrittore.

giovedì 26 marzo 2009

Rabelais

Molti fra i manoscritti che leggo sono intrisi di psicologia.
E allora, per disintossicarmi, una bella sera (questa) prendo in mano Gargantua e Pantagruel, e in due minuti dimentico tutto il resto, e rido, e mi inchino a Rabelais.

domenica 15 marzo 2009

Kentridge



Ho visto una mostra di William Kentridge che mi ha lasciato in uno stato di beatitudine totale, prostrato di fronte all'intelligenza che diventa bellezza attraverso la semplicità. Ecco un esempio, nelle due foto, di un'opera. Entri nella stanza e vedi un grumo aereo di fili di ferro, di pezzi di cartone, di frammenti incollati fra loro. Poi giri intorno alla scultura informe e a un certo punto tutti i pezzi e i fili si compongono, per dir così, sul piano, e tu vedi una figura, da quel solo e unico punto di vista.

mercoledì 11 marzo 2009

cagnotta

Ieri ero al ristorante, da solo. Al mio fianco due avventori discutono, e uno di loro dice all'altro: "Insomma, per farla breve, alla fine ho dovuto dargli una cagnotta".
Mi sono girato su un lato e scusandomi per l'intrusione ho chiesto che cosa volesse dire cagnotta. Non ho mai visto nessuno così felice di spiegare il significato di una parola, mi ha raccontato l'antefatto (dieci minuti di racconto) per arrivare infine alla cagnotta, che sarebbe poi una mancia anticipata per ottenere un favore...

isola deserta

Al sondaggio "Quale libro porteresti con te sul'isola deserta" la maggior parte degli intervistati ha risposto La Bibbia.
Mi chiedo se il risultato sarebbe stato lo stesso se la domanda fosse stata: "Quale romanzo porteresti con te sull'isola deserta?".

martedì 10 marzo 2009

aporie

Mi piace molto la parola aporie, così, al plurale. Ma so anche che non la metterò mai in nessuno dei miei libri, per ragioni di capillarità lessicale (ovvero, cerco di evitare che chi legge i miei testi debba consultare il vocabolario). E allora l'ho scritta qui, la parola aporie, e mi sono tolto lo sfizio.