lunedì 31 marzo 2008

sguardo


Scrivere è una questione di sguardo.
Tra cane e padrone, chi scrive nota il guinzaglio.

domenica 30 marzo 2008

altrove


Chi scrive, va da sé, deve vivere dentro la realtà, prendere iniziative, comprare o vendere casa, lavorare e guadagnare (i libri non rendono). Può accadere, nel gran turbine del mondo, di incappare in qualche guaio, sanzioni fiscali, furto in casa o dell’auto. Nei più, vicende di questo tipo producono forti tensioni, malesseri, insonnia, senso di impotenza o, peggio, senso del disastro imminente.
Lo scrittore dovrà sforzarsi di restare indifferente a questi assalti della realtà. Magari cercando di convincersi che si è volutamente messo in quel guaio per esplorare in prima persona la natura umana e le sue reazioni di fronte alle sciagure. Oppure – ed è la cosa migliore – dovrà fare come se ciò che gli accade stesse accadendo a un altro
O come se non fosse lì...

giovedì 20 marzo 2008

il massacro

Ho notato che molti giovani autori, i cui lavori hanno ottenuto buoni esiti, hanno in comune l’abitudine di rivedere il testo fino alla morte prima di licenziarlo, di non considerarlo mai davvero finito, o di ‘massacrarlo’ a furia di correzioni, come mi ha detto L.S.
Al contrario, conosco autori inediti, alcuni dei quali inviperiti contro il mondo editoriale, che non sentono il bisogno di ripulire il testo mille volte, a stesura ultimata.

martedì 18 marzo 2008

scarto



Uno scarto, un guizzo laterale, una lieve incrinatura nell’ordine delle cose, un dettaglio fuori posto, un piccolo strabismo logico… A volte basta davvero una minimo scollamento dall’ovvio per far scorrere un fremito lungo tutto il testo.

mercoledì 12 marzo 2008

mostri degli abissi


Gli adolescenti di oggi rivelano il loro infantilismo coltivando il sogno illusorio e sterile di diventare famosi (attori, attrici, cantanti, veline...). Crescendo, poi, quasi tutti scendono a patti con la realtà e capiscono - o intuiscono - che il desiderio di notorietà è un tratto psicologico caratteristico della età immatura, una sorta di acne del cervello, un errore prospettico, come quando un pezzo di legno sembra un mostro degli abissi...
Perché mai, allora, molti autori, anche adulti, sognano di diventare famosi grazie alla pubblicazione di un libro? Non sanno che è una illusione?

martedì 11 marzo 2008

parole e cose


E' vero, un'immagine vale più di mille parole.
Ma senza le mille parole necessarie per dare il nome a ogni dettaglio, a ogni sfumatura, si corre davvero il rischio che quella immagine non lasci traccia, in noi.
E allora è come non averla vista.

lunedì 10 marzo 2008

bande rumorose

Lo scrittore scrive anche quando ascolta.

Tutti noi abbiamo in mente il suono caratteristico prodotto dalle gomme della macchina quando passiamo sopra quelle strisce rilevate prossime ai caselli autostradali e definite ‘bande rumorose’. Bene, lo scrittore sente quel rumore, come tutti, ma a differenza degli altri trascorre i successivi dieci minuti a cercare di dare un nome, il più preciso possibile, a quel rumore. Rimbombo ripetuto? No, no. Rapida gragnuola di rombi ottusi? No, nemmeno. E poi, che cosa privilegiare? Il tipo di suono o la sua rapida ripetizione? La testa comincia a lavorare, a scegliere, a eliminare.

Così, capita che chi scrive non riesca più a rispondere a chi gli parla, appare distratto, lontano, scostante. Ma non può scusarsi dicendo che sta scrivendo. Come sempre, sarà il silenzio a riportare ordine nelle cose.

mercoledì 5 marzo 2008

l'elefante


...e soprattutto, lo scrittore deve essere consapevole, in ogni momento, in ogni luogo, della infinita varietà del mondo e non dovrà stupirsi, mai, di nulla, nemmeno quando, aprendo la finestra, vedrà un elefante nel giardino (ringrazio JJ per la foto).

martedì 4 marzo 2008

cancellare

Non ci sono prove certe del fatto di essere scrittori.

Anche l’eventuale successo di pubblico (e talvolta di critica) non fornisce garanzie assolute. Del resto, ogni scrittore sa, dentro di sé, di essere ancora molto lontano da quella perfezione che spera di raggiungere con il successivo libro. E sa che quel traguardo si sposterà in avanti via via che vi si avvicinerà, costringendolo alla eterna ricerca, alla eterna insoddisfazione.

E tuttavia, c’è un segnale che dobbiamo saper riconoscere lungo il processo della nostra esperienza di scrittura, un indizio che ci annuncia di essere diventati scrittori (si vedrà poi, se mai, quanto bravi…), ed è la capacità di cancellare e cancellare e cancellare senza provare la minima sofferenza.

lunedì 3 marzo 2008

riposo

Scrivere è solo il primo atto. O meglio, è soltanto uno degli atti di cui si compone l’attività di chi scrive. Infatti, anche lasciare un romanzo a ‘riposare’ per un anno, dimenticandolo in una cartella, è un atto connesso con la scrittura. Così come riprendere quel romanzo e smembrarlo, asciugarlo e rimaneggiarlo, senza paura di fargli male o di farsi male. Alle corte: l’azione fisica di scrivere non è ancora scrivere. Chi scrive, scrive sia quando guarda dalla finestra e sia quando cancella intere pagine.