Scrivere è un termine di vasta scala, che contiene al suo interno decine di gradini (trattandosi di scala…) fra cui, a esempio, descrivere. L’operazione di descrivere non è di ordine meccanico, per il quale basterebbe osservare e tradurre poi in parole la porzione di mondo scelta. La mappa uno a uno del mondo (capolavoro dei dilettanti) non è descrizione, ma mera trascrizione, che annoia il lettore non rendendolo partecipe dell’atto visivo.
Per descrivere occorre estrarre dall’oggetto scelto quell’elemento particolare che sicuramente scatena in chi legge l’immediata visione del tutto (a esempio, in una casa anni Cinquanta, il soprammobile sul televisore; nel cortile di una cascina, la scala appoggiata al fienile…). La scelta dell’elemento non può essere casuale. L’autore deve avere una estrema sensibilità al senso generale della percezione, sapere, di ogni scena, che cosa davvero resta negli occhi di chi guarda, quasi accedesse all’inconscio collettivo. Se il particolare è quello giusto, il lettore completerà da sé il quadro, vedrà la scena, e la descrizione sarà perfetta.