giovedì 1 agosto 2019

Il quaderno

"Da quando avevo sedici anni" gli ho detto, "vado in giro con un quadernetto, un taccuino, un calepino. Mi viene in mente un pensiero che trovo curioso o gaio? Me lo segno. Dico una frase che mi piace? Me la segno. Mi salta in testa una possibile idea per un racconto? Me la segno. Sento un bel dialogo fra sconosciuti? Me lo segno. Leggo una bella frase? Me la segno Mi raccontano un aneddoto potente? Me lo segno. Mi sveglio la notte con un guizzo in testa? Me lo segno. Mi viene da commentare una scena di un libro? Me lo segno. E potrei andare avanti ore. Poi, la sera stessa o l'indomani, sviluppo ognuno di quei frammenti in una forma più precisa e metto da parte, come il fieno in cascina. In questo modo credo di aver riempito centinaia di quaderni e di fogli presi al volo (le poche colte che ero senza quaderno). Da allora, ogni volta che finisco un testo, pesco un elemento da quell'immenso deposito e lo sviluppo: romanzo, racconto, saggio, collage, pastiche, raccolta di stupidaggini, variazioni su un tema inutile. Comincia anche tu a seguire questo metodo e ti ritroverai con una miniera inesauribile di progetti pronti per prendere forma. Grazie a questo semplice metodo ho sempre un lavoro in corso e decine di lavori pronti, dato che i tempi editoriali sono più lenti dei tempi, pur rilassati, che questa modalità permette. Ho da parte una decina di romanzi finiti, sei o sette saggi di varia natura già conclusi, e mi diverto sempre. Quindi, amico mio, comprati subito un quaderno e comincia. Non ti annoierai mai più, sarai sempre impegnato e sarai sempre felice (proprio perché sei impegnato)".