Il nome di un autore edito
suona pressoché anonimo rispetto all’autore di un testo inedito. Chi per
passione, gusto o professione frequenta sia i libri inediti e sia quelli editi
si rende conto facilmente di questo fenomeno singolare. Ciò è dovuto, forse, ad
una interessante e formidabile differenza fra libro edito e libro inedito,
ovvero la diversa paternità (o maternità, è uguale). Infatti, il padre del
libro edito, qualunque cosa ne pensi l’autore, è l’editore, che cercherà perciò
di dare alla sua creatura tratti ed eredità che la rendano riconoscibile nel
mondo: un logo, un formato, un colore, una copertina, una grafica, uno stile
editoriale e così via. Il nome dell’autore (se l’autore non è già noto di suo
per altre ragioni), ai fini di questa riconoscibilità, è l’ultimo dei parametri
utili.
Il testo inedito, invece,
giunge al lettore senza copertina, muto, privo di prezzo, dannatamente pallido,
spesso non rilegato, ma munito di un solo dato: il nome dell’autore. Sarà con
quel nome che il lettore di inediti dovrà entrare in confidenza per dare una
identità al testo che sta sfogliando.