martedì 30 giugno 2009

api

Si 'concepisce' un romanzo operando un po' come le api quando impollinano i fiori. Si passano in rassegna sviluppi, scenari, soluzioni stilistiche, attacchi, viaggiando di fiore in fiore e lasciando qua e là tracce volanti accumulate nei vari passaggi. Poi, alcuni granelli di quel pulviscolo fecondo si aggrumano, generano una forma dapprima imprecisa e poi via via più nitida, ed ecco che infine l'idea generale dell'opera si delinea. Da lì in poi è soltanto questione di tecnica.

sei minuti

"Se il mio medico mi dicesse che mi rimangono solo sei minuti da vivere, non ci rimuginerei sopra. Batterei a macchina un po' più veloce"
Isaac Asimov
Sono d'accordo con Asimov, e ringrazio Roberta Anau per avermi inviato la citazione.

venerdì 26 giugno 2009

saluto militare

Io trovo un che di 'letterario' nello scoprire le ragioni pratiche e oggettive di gesti che crediamo rituali. Sono stato colto da un'onda piacevole di stupore (appunto, simile al piacere della letteratura) quando ho scoperto che il saluto militare - mano tesa portata alla tempia - nasce dall'esigenza antica di tenere sollevata la celata dell'elmo per poter mostrare il proprio viso.

dubbi

Vivere o scrivere? Vivere e scrivere (in quest'ordine).
Scrivere o non scrivere? Sempre meglio scrivere.
Far leggere o tenere per sé? Sempre meglio far leggere, agli amici, ai conoscenti...
Cercare di pubblicare o continuare a giocare? Cercare di pubblicare ma facendolo per gioco.
Soffrire per i rifiuti o riderci su? Soffrire soltanto per la fatica di comporre un testo con uno stile proprio, per il resto ridere di tutto e su tutto.

domenica 14 giugno 2009

vale la pena

F. S. Fitzgerald si chiedeva se valesse la pena scrivere.
A questa domanda, che mi pongo ogni giorno, oppongo di solito due risposte. La prima è no, la seconda è sì. No, se mi guardo intorno deduco in un attimo che non vale davvero la pena, scrivere. Se invece ragiono sull'utilità di tutti i miei gesti quotidiani, ecco che rispondo sì, scrivere è l'unica attività che valga la pena di svolgere, l'unica che non mi annoia e che non mi sembra vana.

martedì 2 giugno 2009

bisogno e desiderio

Scrivere tutti i giorni da un minimo di tre righe a un massimo di tre pagine è l'unica attività che da sempre considero essenziale. Non ho mai avuto esitazioni, su questa priorità, nemmeno da ragazzo, quando agivano intorno a me spinte le più varie.
Questo bisogno, vivo e presente, saldo e nutriente, non è mai stato contiguo al desiderio di pubblicare. Non che mancasse, quest'ultimo, ma, ripeto, non era contiguo al bisogno di scrivere. Occhio alle parole: scrivere come bisogno, come necessità immediata che nutre, al pari di muoversi o mangiare; pubblicare come un desiderio, ovvero astrazione non necessariamente connessa con la realtà.