mercoledì 8 aprile 2015

Scrivere 28

Il nome di un autore edito suona pressoché anonimo rispetto all’autore di un testo inedito. Chi per passione, gusto o professione frequenta sia i libri inediti e sia quelli editi si rende conto facilmente di questo fenomeno singolare. Ciò è dovuto, forse, ad una interessante e formidabile differenza fra libro edito e libro inedito, ovvero la diversa paternità (o maternità, è uguale). Infatti, il padre del libro edito, qualunque cosa ne pensi l’autore, è l’editore, che cercherà perciò di dare alla sua creatura tratti ed eredità che la rendano riconoscibile nel mondo: un logo, un formato, un colore, una copertina, una grafica, uno stile editoriale e così via. Il nome dell’autore (se l’autore non è già noto di suo per altre ragioni), ai fini di questa riconoscibilità, è l’ultimo dei parametri utili.

Il testo inedito, invece, giunge al lettore senza copertina, muto, privo di prezzo, dannatamente pallido, spesso non rilegato, ma munito di un solo dato: il nome dell’autore. Sarà con quel nome che il lettore di inediti dovrà entrare in confidenza per dare una identità al testo che sta sfogliando.


sabato 4 aprile 2015

Scrivere 27

Ogni autore sogna per il suo testo un futuro di libro edito e talvolta tende a scrivere opere che ritiene adatte alla pubblicazione. Per fortuna non ci riuscirà mai, perché sebbene egli sia convinto di generare l'opera, sarà l'opera a dare forma all'autore. 
E quindi, per quanto un autore desideri comporre un testo capace di non sfigurare lassù, nel mondo emerso dei libri editi, ecco che la sottile malizia dell'opera entra in azione. Lui, l'autore, crede di scrivere guardando al mondo emerso, sopra il livello del mare, ma l'opera che gli nasce sotto i polpastrelli, più forte e determinata di lui, parlerà di diatomee e di chiglie anziché di palme o di prue; la luce che sfuggirà dalle righe sarà strabica e si vedrà il remo spezzato rispetto all'angolo di ingresso sul pelo dell'acqua, mentre il pesce spada darà qua e là tagli imprevedibili alla sintassi.