- Tra l’attesa e l’oblio
- Il percorso verticale
- Programmare il nulla
- Il vuoto che sazia
- Achille e la tartaruga: la rapidità sconfitta
- Ammazzare il tempo?
- Dalla poltrona al divano e ritorno: la decantazione dei problemi
- Ozio e salute: di troppo riposo non è mai morto nessuno
- Bartleby e Oblomov: forme dell’ozio
- Ozio e genialità
- Regole pratiche per mantenersi in costante inattività
domenica 24 febbraio 2008
ancora sull'ozio
martedì 19 febbraio 2008
digressioni
P. dice di aver tratto piacere dalle digressioni del Cardo, suo fratello meno.
Il Cardo è eccessivo, logorroico, iperbolico, incapace di frenare la sua linguaccia, in stato di perenne sovreccitazione verbale. Bisogna amarlo così com’è, sgangherato e magmatico (ma mai subalterno…). La lingua del Cardo è uno stile, ed è lo stile del libro. La storia, a causa di questo stile erratico, procede o rallenta, ma il flusso verbale permane impetuoso, sempre, e gli sconfinamenti del Cardo costituiscono la pasta umana e comica di tutto il libro. Bisogna amare questo aspetto, per amare Piombo a Stupinigi. Chi, diversamente, predilige la sobria tenuta del narratore che non concede spazio alle digressioni volgerà il suo interesse ad altri libri, come è giusto che sia.
domenica 17 febbraio 2008
l'altro mondo
Di notte, nelle camere dell’unico (buon) ristorante, il silenzio è vasto, profondo. Mi piace restare sveglio, in piena notte, per godermi questa perfezione quasi innaturale. Nel silenzio immenso sento che la mia memoria tende ad espandersi, come se cercasse di colmare quel vuoto sonoro. Così, senza sforzo, mi dilato nel tempo e trovo un ricordo... Avevo undici o dodici anni ed ero seduto in terra, sul balcone di casa. Stavo leggendo su Tuttosport il resoconto della tappa del Tour de France del giorno prima (amavo il ciclismo con passione). Le parole di Vladimiro Caminiti, autore del pezzo, mi entrarono negli occhi generando visioni e flash di concreta e vivida realtà. Restai abbacinato. Alzai gli occhi per vedere il mondo reale, davanti a me, poi tornai alle descrizioni di Caminiti. E scoprii che le immagini prodotte dalla lettura dell’articolo sembravano (o erano?) più vere di quelle vere...
Così, credo, fui iniziato, a sua insaputa, da Vladimiro Caminiti.
Attraversai lo specchio, e fui per sempre di là, nel mondo delle parole.
il fardello
martedì 12 febbraio 2008
noir
E’ uscito a dicembre 2007 il mio giallo dal titolo Piombo a Stupinigi, edito da Fratelli Frilli Editori nella collana noir. Sulla definizione di noir stanno piovendo da anni cascate di inchiostro. Non starò qui ad aggiungere acqua al diluvio, ma dirò soltanto che Piombo a Stupinigi inaugura una sorta di genere a parte, che definirei noir-comico. Ma uso il termine ‘genere’ con grande fastidio, poiché è mia ferma convizione che non esistano davvero i generi, ma soltanto i libri scritti bene e quelli scritti male.
grammatica del mezzo
Bene, faccio mio il consiglio di Paolo, e da oggi introduco in questo blog questo e quello e quell’altro, secondo estro e giornata, ma il più possibile, e sempre, in relazione con il gesto (lieve e titanico insieme) di scrivere.