venerdì 7 giugno 2019

Romain Gary

C'è poco da fare, più leggo Romain Gary, più la mia stima per lui cresce. Ora sto leggendo "Gli aquiloni" e procedo ammirato in attesa dei suoi guizzi di potenza leggera, dei suoi tocchi di maestria. Ma soprattutto, libro dopo libro, scopro che la sua prosa nutre così tanto da rendermi indifferente per giorni e a volte per settimane allo stucchevole e querulo cicaleccio del mondo e dell'attualità. Gary, con il suo fraseggio sfalsato e con le sue brevi impennate di genio, mi costringe ad abbandonare pigre abitudini mentali e nello stesso tempo mi allontana dalle noiose imprese dei miei contemporanei. 
Romain Gary ha il passo e lo stile di chi si confronta esclusivamente con l'eternità, non con le tendenze del giorno o con il piccolo teatrino della propria breve vita. Ma al tempo stesso fornisce con precisione, quando è necessario, i connotati delle canaglie, dei traditori dell'umanità.  


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