lunedì 14 aprile 2008

parole che non parlano


Tutti hanno sentito parlare del famoso ‘linguaggio non verbale’, secondo cui le parole di chi ci parla contano solo per il sette per cento ai fini della comunicazione, mentre paiono determinanti il colpo d’occhio iniziale, la postura del parlante, il suo tono di voce, il timbro e così via.
Ciò che pochi sanno è che questo principio vale anche per i testi scritti. “Ma lì ci sono solo parole” sento obiettare. Certo, ed è proprio con queste che il bravo autore riesce a fornire l’equivalente del ‘colpo d’occhio’, con il sapiente dettaglio, per esempio, o il paraverbale, con l’espediente del ‘tono’.
Alle corte: molte parole, in un buon scritto, devono avere un ruolo analogo a quello del ‘linguaggio non verbale’, differite e silenti, come un gatto che dorme.

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